9 Settembre 2017

QUANDO LE RELAZIONI CI FANNO PAURA

Quando leggo i classici greci mi vengono sempre in mente le lunghe conversazioni con i miei clienti. In questo caso, leggendo il mito di Narciso e di Eco del terzo libro delle Metamorfosi di Ovidio, mi è venuta in mente alla signorina V.

Giovane avvocato di talento, decide di aprire uno studio in società con due colleghi.  Mi chiede consulenza perché non riesce a districarsi tra la vita privata e le troppe incombenze da fare nel lavoro e mi dice: “Anna,  è tutto nelle mie mani …  mi sento un grosso peso sulle spalle”.

Ascoltandola mi vengono in mente le due figure mitologiche di cui ho parlato all’ inizio dell’articolo, trovando la  chiave di lettura nella

paura di relazionarsi e nell’ incapacità di fidarsi.

Di sé e dell’altro.

Come la mia cliente,  entrambe le figure rappresentano al tempo stesso due estremi apparentemente incompatibili.

Narciso è la figura della totale identità, centrato su se stesso e soltanto sui suoi bisogni; al contrario, Eco è la pura alterità che consiste nel potersi esprimere solo come riflesso dell’espressione altrui.

L’aspetto filosoficamente più rilevante di questo incontro, è che  tra queste due identità, non vi sia apparentemente possibilità di comunicare.

In Narciso non esiste alcun confronto con una persona differente da se stesso, perché non si fida  dell’altro.

Eco non può fare a meno dell’altro per confermare sé stessa perché non ha fiducia in sé. Ha bisogno del riconoscimento delle altre persone per entrare in contatto con il proprio valore.

Queste due figure assomigliano tanto ad alcuni aspetti del carattere della signorina V, due parti contrastanti che le creano una forte inquietudine ed un sentimento di frustrazione.

Quello che stiamo facendo è far comunicare queste due parti di sé.

Uno per uscire dall’egotismo che le preclude un’apertura verso gli altri. Due per iniziare ad assaporare il proprio valore partendo dalla considerazione che ha di sé stessa e non dalle aspettative che pensa abbiamo gli altri nei suoi confronti.

E alla fine, mi auguro scoprirà il piacere di comunicare con i colleghi e la capacità di fidarsi di più!