“Merito”: uso, abuso e distorsione del termine
Oggi l’uso del termine “merito” in azienda è generalizzato e spesso impreciso. Generalizzato perchè si tende a utilizzare il concetto di merito come uno strumento di misurazione attendibile per accertare il raggiungimento degli obiettivi (il cosa) e procedere con l’assegnazione dei relativi premi, benefit, avanzamenti di carriera, senza distinguere e analizzare gli obiettivi relativi alle modalità seguite durante il percorso (il come)al fine di conseguire il risultato. Il secondo aspetto da considerare riguarda l’inadeguatezza del concetto di “merito” come criterio validato in grado di misurare con esattezza re rendere comprensibile il valore generato della persona.
Importante è, quindi, stimolare la riflessione in chi opera sul campo e si occupa per vari motivi di tale tematica, rispetto all’urgenza di oggi di ri-considerare l’utilizzo del termine “merito” nell’ambito aziendale, nella valutazione delle prestazioni, del potenziale, del valore generato, delle persone e della qualità, e soprattutto rispetto all’importanza di ri-considerare ciò che si ritiene fondamentale valutare/valorizzare, a cui attribuire merito nelle imprese e quali limiti si incontrano nel farlo.
Naturalmente tutto questo in considerazione della finalmente acquisita consapevolezza della “fine di un’epoca” e della necessità di ri-pensare sia il sistema economica, sia il modo attraverso il quale le imprese operano sui propri mercati di riferimento e si relazionano tra di loro, sia, infine, la finalità stessa del “fare impresa” con la ritrovata consapevolezza della centralità della persona declinata attraverso una rilettura e un aggiornamento della teoria degli stakeholder.