Change Management nel tempi di terremoto
Sappiamo tutti che il mondo delle aziende emiliane e romagnole dopo 20. maggio 2012 è cambiato. Ci stiamo accorgendo che ancora stiamo vivendo nell’incertezza, l’imprevedibilità e il domani è ignoto.
In caso di un cambiamento non voluto, imprevisto e distruttivo, ogni azienda può reagire in modi diversi:
1. Percepire sè stessa come la vittima della calamità e reagire relativamente, cioè aspettare che gli altri aiutino, lamentare sottolineando l’ingiustizia del mondo, ecc. o bloccare tutte le attività sperando che qualcosa cambi;
2. Comportarsi come uno spettatore del cambiamento – sperando che tutto torni come prima, che tutto si aggiusti da solo. Non percepisce il proprio ruolo attivo nel momento di cambiamento generale.
3. Criticare tutte le attività che gli altri propongono, opponendosi ad ogni tipo di cambiamento, anche se questo sembra inevitabile;
4. Navigare il cambiamento, accettare la situazione dove l’azienda si è trovata ( a volte senza volerlo) e agire strategicamente cercando di riparare i danni e creare nuovi punti di forza, nuove risorse finora invisibili.
Dove si trova la vostra azienda?
Il cambiamento può andare in due modi:
Caso 1.
– Se coinvolgete il team,
– Se comunicate costantemente cosa sta accadendo,
– Se pianificate correttamente i passi successivi sulla base di feedback ricevuto dalle
mosse precendenti,
– Se non mollate!
–> I dipendenti, collaboratori, fornitori e partner
possono percepire il vostro cambiamento come opportunità.
Case 2.
Se non lo fate, cioè:
– Non create il piano di salvataggio nel momento critico come questo, definendo tutti i passi strategici per raggiungere l’obiettivo,
– Non consultate e comunicate i cambiamenti che volete ottenere,
– Manca il follow-up, monitoraggio dei cambiamenti in corso,
–> Siete percepiti come una azienda fallimentare
Allora:
Coinvolgete il team
Comunicate i cambiamenti in atto
Pianificate strategicamente
Non mollate!