13 Luglio 2012

I social media, la teoria del mondo piccolo, il numero di Dunbar. Le distanze si accorciano

L’attuale dibattito sui social network e il loro sviluppo nelle organizzazioni trova fondamento  quantitativo su due congetture principali: la “Teoria del mondo piccolo” e il cosiddetto “Numero di Dunbar”. Entrambe queste ipotesi sono state, negli ultimi tempi, oggetto di parziale revisione.

La teoria del mondo piccolo può essere fatta risalire a una serie di esperimenti condotti dal sociologo americano Stanley Milgram che esaminavano la lunghezza media del percorso per reti sociali tra residenti negli Stati Uniti. Nel 1967, Milgram selezionò casualmente un gruppo di americani del Midwest e chiese loro di mandare un pacchetto a un estraneo che abitava nel Massachussets, a diverse migliaia di km di distanza. Ognuno di essi conosceva il nome del destinatario, la sua occupazione e la zona in cui risiedeva ma non l’indirizzo preciso. Fu quindi chiesto a ciascuno dei partecipanti all’esperimento di mandare il proprio pacchetto a una persona da loro conosciuta, che a loro giudizio avesse il maggior numero di possibilità di conoscere il destinatario finale. Quella persona avrebbe fatto lo stesso, e così via fino a che il pacchetto non fosse stato personalmente consegnato al destinatario finale.

I promotori dello studio si aspettavano che la catena comprendesse per lo meno un centinaio di intermediari, mentre, per far arrivare il pacchetto ci vollero in media solo tra i cinque e i sette passaggi, nacque quindi l’espressione “sei gradi di separazione”.

Reti sociali di varia costituzione hanno almeno due caratteristiche simili: l’alto livello di aggregazione e il basso grado di separazione. La teoria illustra appunto come sia possibile conciliare questi due aspetti apparentemente contraddittori: il fatto che nonostante ogni elemento tenda ad avere relazioni prevalentemente con pochi altri (alta aggregazione) non impedisce di ottenere comunque una sua “vicinanza” tramite pochi intermediari, con qualsiasi altro elemento della rete (basso grado di separazione). Più specificatamente, quando si parla di “sei gradi di separazione”, s’intende che qualunque persona può essere collegata a qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari.

La stessa teoria fu poi analizzata e ulteriormente sviluppata nel 1998 nell’articolo apparso sulla rivista Nature, Collective dynamics of “smallword” networks, dei matematici Duncan e Strogatz che ne tentarono una fondazione quantitativa più stringente.

Nel 2001 Duncan riprese la ricerca e ricreò l’esperimento di Milgram su Internet. Watts usò un messaggio e-mail come “pacchetto” che doveva essere consegnato e, sorprendentemente, dopo aver analizzato i dati ottenuti dagli invii effettuati da 48.000 differenti persone residenti in 157 stati diversi, Watts vide che il numero medio di intermediari era effettivamente sei.

Nel 2006 i ricercatori della Microsoft, rispetto all’utilizzo di MSN Messanger hanno individuato 6,6 gradi di separazione tra un utente e l’altro.

Oggi i ricercatori dell’Università degli studi di Milano hanno definito in 4,74 i passaggi necessari in luogo dei 6. Se rimaniamo nella stessa nazione, il livello si abbassa a 3.

Con le nuove tecnologie, quindi, il mondo si sta facendo via via più piccolo. In fondo si ritorna ai vecchi detti: “Tutto il mondo è paese”.