17 Gennaio 2020

Innovazione a servizio del benessere

Ma quanto troppo si sente parlare di innovazione? È solo mio il disagio di sentire svuotato completamente il significato della parola nel momento in cui diventa così inflazionata o, peggio, “di moda”?

E poi e poi: ma che significato le diamo esattamente oggi?

Significato di innovazione

Innovare significa

l’atto, l’opera di innovare, cioè di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi di produzione (Treccani)

E abbiamo detto tutto. Quindi niente.

In economia si fa distinzione tra innovazione di prodotto (miglioramento o radicale cambiamento dei beni offerti) ed innovazione di processo (intervento migliorativo o di radicale mutamento riguardante il sistema o i macchinari o l’organizzazione della produzione).

Da qualche tempo si parla di innovazione incrementale (diversa da quella radicale – distruption) che punta ad incrementare l’innovatività di qualcosa che già c’è.

Ho persino sentito parlare di innovazione in termini di Imprenditoria femminile (chissà, forse è da quelle fonti che si è preparato Amadeus per la presentazione di questa edizione del Festival di San Remo), ma questa definizione non merita nessun commento.

Una definizione più commerciale potrebbe descrivere l’innovazione come un adeguamento alle circostanze, ai mutamenti dell’ambiente, alle scoperte delle scienze: non perdere di vista il mercato, guardare, osservare e proporre risposte concrete sempre più corrispondenti ai nuovi bisogni del cliente (tra l’altro passato già da Cliente critico a Cliente cittadino).

Una delle definizioni di innovazione che più mi piace è stata data dall’economista austriaco Joseph Shumpeter nel 1934:

Non è imprenditore chi compie operazioni economiche, intendendo lucrarne profitto, bensì colui che introduce atti innovativi

Il senso dell’innovazione

Tendenzialmente, oggi, quando si parla di innovazione ci si riferisce al settore delle cosiddette tecnologie convergenti (NBIC – Nanotechnologies, Biotechnologies, Informationtechnologies, Cognitive Sciences), ma il senso dell’innovazione sta solo qui?

Partiamo da un presupposto: l’innovazione, per essere tale, deve tendere al progresso, quindi ad un cambiamento migliorativo. Certamente di processo e di prodotto, ovviamente in termini di ottimizzazione e di minor spreco, meglio ancora se rivolta ad una diminuzione dell’impatto ecologico, ma deve essere soprattutto rivolta al miglioramento del benessere delle persone.

Che la chiave di tutto stia proprio in un’innovazione sociale?

L’innovazione secondo Ester (senza presunzione, eh!)

L’innovazione deve essere innovazione sociale, ne sono più che convinta. Sono più che convinta di altre cose:

  • Da soli non si va da nessuna parte, fare network è diventato indispensabile: più che mai oggi si deve sostenere un dialogo continuo tra i diversi saperi. I gruppi di lavoro (interni alla stessa azienda o di cooperazione tra diverse aziende) provengono sempre di più da aree disciplinari molto diverse ed altrettanto integrabili tra loro. Solamente un dialogo costruttivo tra loro può portare a vera innovazione
  • L’innovazione deve fare da volano a tutti i settori della società per contribuire in modo sostanziale al miglioramento dello stato di salute, istruzione e cultura oltre ad una condivisione più ampia del sapere e, quindi, ad un grado di democrazia sostanziale
  • Quando si parla di change management, quindi, diventa importante:
    • Valorizzare comportamenti cooperativi tra tutti coloro che partecipano al processo
    • Professionalizzare tutti puntando sul potenziamento delle soft skill
    • Eliminare la gabbia delle mansioni (diventata ormai anacronistica in gran parte dei settori)
    • Sostenere il benessere dei collaboratori

Le 11 regole del garage

Posso non citare il sacro testo su cui tutti gli staff dei settori innovativi si basano, ma che in realtà ispira un po’ tutti?

Non posso esimermi, quindi condivido le 11 regole del garage che David Packard e Bill Hewlett scrissero a Palo Alto nel 1935 (sì, ho detto proprio 1935):

  1. Convinciti che puoi cambiare il mondo
  2. Lavora velocemente, tieni gli attrezzi sempre a portata di mano
  3. Sappi quando lavorare da solo e quando lavorare in gruppo
  4. Condividi strumenti e idee: abbi fiducia nei tuoi colleghi
  5. Niente politica, niente burocrazia (sono ridicoli in un garage)
  6. Solo il cliente definisce un lavoro ben fatto
  7. Le idee radicali non sono cattive idee
  8. Inventa modi diversi di lavorare
  9. Fai un progresso ogni giorno. Se non lo raggiungi, non lasciare il garage
  10. Sii convinto che insieme si può fare qualsiasi cosa
  11. Inventa

 Insomma,

Bisogna cantar e portar el Cristo (traduzione dal triestino: bisogna fare contemporaneamente due cose molto importanti)