Italia, formazione, presente e futuro
Se dovessimo guardare con ottimismo questi ultimi anni, potremmo dire che la crisi economica dovrebbe essere considerata come un’opportunità per le aziende: uscire dalla recessione più forti di prima grazie alle risorse umane, preparate, competenti, aggiornate. Bene.
Vediamo come siamo messi. Leggo il “Rapporto sul futuro della formazione in Italia” della Commissione di studio e di indirizzo sul futuro della formazione in Italia. Siamo a Roma, il 10 novembre del 2009. In relazione alla voce “attività di formazione lungo tutto l’arco della vita”, l’Italia è ad una quota di partecipazione del 6,2%. La media europea è del 9,6%, si arriva a punte del 26,6% (il Regno Unito), le nostre vicine, Spagna e Francia, sono rispettivamente a 10,4% e a 7,5% (anche la Germania si attesta su quest’ultimo valore). L’obiettivo europeo per il 2010 è del 12,5%.
Prendiamo questi dati, il nostro presente, ed uniamoli a quanto l’Europa si aspetta per il 2020. In particolare, nel quadro strategico per la cooperazione europea in ambito di istruzione e formazione, sono stati fissati degli obiettivi. Quello che ci interessa è: fare diventare la formazione lungo l’arco della vita una realtà, più precisamente, entro il 2020, almeno il 15% degli adulti dovrà partecipare ad attività di formazione da svolgere nell’arco di tutta la vita lavorativa.
Non solo. Nel 2020, l’economia europea avrà bisogno di personale con alti livelli di qualifica ed istruzione (31,5%), di livelli intermedi (50%), e solo il 19,5% di bassi livelli.
Stando a queste previsioni, le aziende dovranno, molto più di oggi, e soprattutto quelle italiane, aggiornare continuamente i propri dipendenti ed essere sempre pronte ad innovare: comunque lo farà la concorrenza. I fondi da destinare a questo settore ci sono, e per il 2010 si parla di un totale di 2.529 milioni di euro variamente suddivisi (Fondo Sociale Europeo, Fondi Interprofessionali ) . Oltre al denaro, è necessaria la giusta mentalità, che in alcune aziende non è ancora presente: “no no no no no, noi non facciamo quelle robe lì!”. Quelle robe lì: Traffico internazionale d’armi? O magari spionaggio? No, formazione professionale.