6 Marzo 2019

Stop alla supercazzola

La parte che trovo più divertente quando partecipo a seminari, simposi, tavole rotonde è il momento “???”.

Se ci pensate in ogni convegno a cui abbiate partecipato, tra relatori chiari e interessanti, ce n’è sempre uno che parla senza dire nulla e guai mai a farglielo notare perché si parte subito con la supercazzola.

In questi momenti è più forte di me e mentalmente mi parte il mantra:

Ricevo il tuo contrordine speciale

nemico della logica morale

opposto della fisica normale

geometria degli angoli nascosti, noi

Mi capite vero? E no! Non si capisce no!

Ora: Tiziano noi ti si vuol bene, sei un artista e ti si perdona tutto, Ugo tu resterai sempre nelle nostre memorie per il genio che ci hai trasmesso, ma, voi a parte, noi “umani” dobbiamo pur imparare a farci capire (sempre che sia questo l’obiettivo, certo).

La complessità della comunicazione

Se già comunicare è difficile, farsi capire è complicato.

Ci perdiamo in concetti semplici, figuriamoci quando dobbiamo condividere messaggi complessi.

Le conversazioni in azienda difficilmente sono di facile comprensione, le variabili connesse sono innumerevoli, le sovrastrutture mentali sono inscalabili, le sfumature sono incomprensibili, i “non detto” tra le righe sono impercettibili, gli obiettivi comunicazionali inaccessibili.

Chi parla da per scontate un sacco di informazioni, chi ascolta ha la presunzione di capire oltre a quanto detto.

Un delirio, insomma, da cui si esce entrambi non vincitori.

Trasmettere, condividere, creare

Se vogliamo comunicare, farci capire, trasmettere informazioni e condividere idee per creare valore partiamo dalle basi:

  • Chiarire l’obiettivo a cui si vuole tendere (prima ancora di indire l’incontro)
  • Raccogliere informazioni a supporto (da fonti attendibili e ufficiali)
  • Prepararsi una scaletta che aiuti chi ascolta a comprendere il filo logico da seguire (partendo da un “breve riassunto delle puntate precedenti” per allineare tutti al discorso)
  • Raccontare e non esporre (se vogliamo coinvolgere chi ci ascolta una narrazione – storytelling – è sicuramente più ingaggiante di una relazione)
  • Ascoltare le argomentazioni degli altri aprendosi ai diversi punti di vista (senza pregiudizi e chiusure mentali)
  • Discutere eventuali nuove idee, proposte, suggerimenti divertendosi (chi si prende sul serio non sta ascoltando)

Atteggiamento giusto

L’atteggiamento “giusto” (al di là di tante giustissime teorie) ciascuno di noi lo crea sulla propria pelle, indole e motivazione. Alla base ti tutto, però, se si vuole davvero fare centro non dimenticatevi mai:

  • Sintesi: indispensabile arrivare al punto attraverso una comunicazione finalizzata e precisa (indipendentemente dallo strumento utilizzato)
  • Umiltà: c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire e imparare, perché precluderci occasioni?
  • Leggerezza: fare le cose seriamente non significa prendersi sul serio. Una sana levità mentale, un’agilità intellettiva, una scioltezza razionale spalanca inaspettate porte

Non complichiamoci la vita: semplifichiamo la complessità. Dai che

No xe tempo per andar in oca o in asedo (Traduzione: non abbiamo la disponibilità temporale per perderci a confondersi o rimbambirsi)